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Violenza sessuale, condannati i genitori

Il Tribunale Civile di Firenze ha condannato la famiglia di un alunno, colpevole di violenza sessuale, al risarcimento della vittima . Lo riporta un articolo de “la Nazione”.

Il fatto

L’episodio risale al marzo 2015, quando un alunno sedicenne, di un Istituto superiore Senese, ha aggredito e violentato una coetanea all’interno della scuola.
L’alunna dopo la violenza aveva manifestato disturbi da sindrome post traumatica da stress, tanto che i medici le avevano certificato 18 mesi di inabilità temporanea. La ragazza s’era anche dovuta sottoporre a cure psicologiche specifiche per questo genere di traumi.
La denuncia della vittima ha portato a un lungo processo legale. Lo stupratore, nel 2022, venne condannato in sede penale, dal Tribunale per i minori di Firenze, per violenza sessuale aggravata.
Dopo la condanna, i legali della vittima chiesero in sede civile, all’aggressore, ai suoi genitori e alla scuola il risarcimento di 100.000 euro.
Il Tribunale civile di Firenze dispose quindi la perizia medico-legale.
Alla metà di luglio la sentenza: lo studente e la sua famiglia dovranno risarcire la vittima, per i danni subiti, con circa 27.000 euro.
I giudici hanno ritenuto i genitori del ragazzo responsabili per culpa in educando ai sensi dell’Art. 2048 del Codice Civile. Nel contempo, il giudice ha escluso qualsiasi responsabilità dell’Istituto scolastico e del Ministero, ritenendo unicamente responsabili il ragazzo e sui suoi genitori.

La culpa in educando

La responsabilità genitoriale, ma anche del tutore e dei precettori, si fonda sulla carenza educativa di chi ha commesso l’illecito. Nel caso specifico, i genitori sono stati ritenuti responsabili per non aver vigilato sull’appropriato comportamento del figlio. Nel caso specifico, come riporta la sentenza i genitori non avrebbero impartito: «una corretta educazione fondata sul rispetto degli altri e delle donne in particolare».
E’ onere dei genitori dimostrare di aver fornito al figlio una educazione tale da consentire un equilibrato sviluppo psico-emotivo improntato al rispetto degli altri.
Secondo il legale della vittima: «È una sentenza importante che riprende alcuni concetti già espressi dalla Corte di Cassazione sulla presunzione di responsabilità dei genitori».

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito

Soddisfazione è stata anche espressa, su Twitter-X dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Secondo il Ministro è: «Molto importante questa decisione giurisprudenziale che chiama i genitori a rispondere civilmente per violenze gravi commesse dai figli. Va nella stessa direzione della norma contenuta nel ddl sul voto in condotta che prevede multe per i genitori i cui figli aggrediscano gli insegnanti».

Il profilo assicurativo

Come più volte ricordato l’assicurazione non risarcisce la responsabilità penale, né le eventuali sanzioni amministrative pecuniarie, derivanti.
La polizza integrativa scolastica tuttavia risarcisce il danno fisico o psicologico patito dall’alunno, salvo, in caso di comportamento doloso come nel caso in questione, la possibilità di rivalsa sui soggetti responsabili.
La polizza integrativa, inoltre, nel ramo di Responsabilità Civile, tutela anche l’Istituto scolastico in relazione ad eventuali responsabilità dirette relative all’evento occorso.

Se desideri maggiori informazioni in relazione alle coperture assicurative per la Responsabilità Penale o Civile nella scuola, contattaci qui.

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Video challenge a scuola

Una 14enne di un istituto superiore salentino è finita in ospedale colta da coma etilico dopo aver partecipato a una video challenge sui social. Lo riporta un articolo del “Quotidiano di Puglia”.

Il fatto

L’11 settembre, una studentessa di 14 anni, poco prima della fine delle lezioni, si sarebbe appartata nei bagni dell’istituto insieme a due compagne.
Dopo essersi chiuse in bagno per filmare la bravata, le alunne avrebbero tirato fuori una borraccia piena di vodka. Una delle tre, dopo aver bevuto un notevole quantitativo di superalcolico, è collassata. Soccorsa dapprima dal personale scolastico, avvertito dagli studenti, è stata successivamente trasferita in ospedale.
Sull’episodio indagano le forze dell’ordine per capire se la vodka sia stata reperita dalle studentesse in una delle loro abitazioni o acquistata in un negozio. Anche la dirigenza dell’istituto scolastico ha avviato un’inchiesta interna per scoprire eventuali responsabilità interne e per quale motivo le studentesse avessero della vodka a scuola.

Challenge sui social

Le presunte sfide, soprattutto in età adolescenziale, non sono un fenomeno moderno. I più giovani, da sempre, cercano di dimostrare, a se stessi e agli altri, di avere coraggio e di saper superare i propri “limiti”.
L’avvento del web ha solo incrementato il fenomeno e le cosiddette sfide lanciate sui social network, le challenge, si sono moltiplicate. Il pubblico è potenzialmente numerosissimo e coloro che partecipano cercano visibilità e approvazione tramite like e commenti. I contenuti che diventano virali, a volte raggiungono altissimi livelli di popolarità e consenso e il rischio emulazione è molto forte.
In questo filone si inseriscono anche challenge estreme. Azioni pericolose al limite dell’autolesionismo, sono il tema di alcune di queste gare. Il rischio maggiore lo corrono i più giovani che spesso non percepiscono precisamente il confine tra realtà virtuale e vita reale.
In questo senso, uno Studio interessante è quello del gennaio 2024, svolto dal dipartimento antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con l’ISS. Lo studio rileva che il 6,1% degli studenti italiani fra gli 11 e i 17 anni ha partecipato almeno a una challenge.
La ricerca ha coinvolto, nell’autunno del 2022, più di 8.700 studenti tra gli 11 e i 17 anni, su tutto il territorio nazionale.
Le challenge fanno ormai parte della nostra quotidianità e difficilmente si ridurranno o scompariranno.
L’unica strada percorribile sembra restare ancora quella della prevenzione.

Il profilo assicurativo

Le polizze assicurative scolastiche, pur tutelando gli infortuni occorsi a scuola, nella quasi totalità dei casi, escludono una parte di questi eventi. Tra le esclusioni più ricorrenti ci sono infatti le lesioni, conseguenti a malore, causate da abuso di alcolici, psicofarmaci o sostanze stupefacenti.
Discorso completamente diverso invece riguarda la vigilanza propria dell’Istituto scolastico. La scuola infatti, ai sensi dell’Art. 2048, comma 2, del Codice Civile, è tenuta contrattualmente a vigilare sull’integrità psico-fisica degli studenti a lei affidati.
Ma non sempre tuttavia, come apparentemente nel caso in questione, l’infortunio in cui incorre all’alunno risulta addebitabile alla mancata vigilanza dell’insegnante.
Spetterà sempre al danneggiato, l’alunno rappresentato dalla famiglia o dal tutore, provare che il danno si è prodotto durante lo svolgimento del rapporto. Sulla scuola invece incombe l’onere di provare che il fatto è derivato da cause a lei non imputabili.

Se desideri maggiori informazioni sulla copertura assicurativa stipulata dall’Istituto per gli infortuni e la Responsabilità Civile, contattaci qui.

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Volontari per la ritinteggiatura delle aule

Ha sollevato aspre polemiche la richiesta, avanzata dal Comune di Ventimiglia, circa la ritinteggiatura delle aule della scuola media di Roverino. Lo riporta un articolo de “la Stampa”.

Il fatto

La vicenda sarebbe partita dalla comunicazione inviata dalla scuola, tramite le chat di classe, ai genitori degli alunni. Nel messaggio viene chiesta la disponibilità dei padri e delle madri per ritinteggiare le aule scolastiche. L’Amministrazione comunale, dal canto proprio, si dice disposta a fornire la pittura necessaria e a coprire i volontari con un’assicurazione.
I genitori evidenziano che ai sensi della normativa in vigore, la manutenzione ordinaria degli edifici scolastici è una precisa responsabilità dell’amministrazione comunale.Tuttavia la controversia sembra avere radici più lontane, come riporta un articolo de “il Secolo XIX”, dello scorso aprile. Il Comune francese di Mentone, alla luce dei costi, ha annunciato di non volersi più far carico delle spese per la Scuola francese di Ventimiglia. La scuola francese è una scuola privata ed è sostanzialmente utilizzata dai lavoratori frontalieri. Nel mese di maggio, l’amministrazione comunale di Ventimiglia, s’era detta disposta ad accollarsi l’onere economico della convenzione. Onere che ammonterebbe a 350.000 euro annui, esclusi gli stipendi dei docenti.
«È vergognoso che il Comune non è in grado di ridipingere le aule – scrivono i genitori sulla chat – mentre per la scuola francese si spendono migliaia di euro». 

Il volontariato nella manutenzione degli immobili scolastici

Al di là del caso specifico, la manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili scolastici è competenza dell’Ente Locale proprietario. Il passaggio è espressamente previsto all’Art. 3, comma 1 della Legge 11 gennaio 1996, n. 23.
Negli ultimi anni, per gli interventi ordinari, complici anche i bilanci non sempre floridi, le Amministrazioni locali, fanno sempre più spesso ricorso, al volontariato.
Associazioni, personale volontario, ma anche gli stessi genitori degli alunni, molte volte si offrono gratuitamente per realizzare lavori di piccola manutenzione nelle scuole.
Questi interventi possono essere gestiti autonomamente dall’Ente proprietario dell’immobile oppure di concerto con l’Amministrazione scolastica, attraverso protocollo d’intesa.

Il rischio potenziale

Per quanto il rischio potenziale sia ridotto, parliamo sempre di lavoro manuale, all’interno del quale il danno alle persone o alle cose è ineliminabile.
Oltre all’infortunio del volontario, non bisogna dimenticare il danno che il volontario potrebbe causare all’immobile o a un altro volontario. Da ultimo anche il danno colposamente causato dal proprietario dell’edificio al volontario.
Il soggetto che organizza l’intervento quindi, oltre alla copertura del sinistro dovrà valutare anche una garanzia per la responsabilità civile propria e del volontario. 

La polizza assicurativa scolastica

Le migliori formule assicurative presenti attualmente sul mercato scolastico permettono di assicurare, gratuitamente, i volontari che svolgono piccoli lavori manutenzione.
Le polizze tuttavia prevedono, comprensibilmente alcune limitazioni. Sono compresi, ad esempio, piccoli lavori di giardinaggio o mantenimento del verde. Allo stesso modo sono previsti lavori di piccola manutenzione dei locali scolastici come imbiancatura e accomodamento di porte o serramenti. Sono invece esclusi interventi professionali o quei lavori per cui è necessario l’utilizzo di apparecchiature o dispositivi che necessitino di licenza, autorizzazione o competenza specifica.
Precondizione per la copertura assicurativa è il formale incarico da parte dell’Istituto Scolastico al volontario.

Se vuoi avere maggiori informazioni sulle polizze assicurative per i volontari che operano all’interno della scuola, contattaci qui.

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La sextortion, un fenomeno in crescita

Il termine sextortion è un composto dei termini inglesi che definiscono l’estorsione attraverso il sesso: sexual-extortion. La sextortion è un metodo di frode che minaccia l’utilizzo di immagini o filmati della vittima mentre compie atti sessuali o è nuda.

Come funziona la sextortion

La maggior parte delle volte, la tecnica di frode segue un percorso standardizzato che potrebbe durare anche un discreto periodo di tempo. La vittima, attraverso social o piattaforme di appuntamento riceve una richiesta di amicizia o un invito da uno/a sconosciuto/a attraverso messaggi palesemente accattivanti. Accettato l’invito, il contatto passa rapidamente dal social o dalla piattaforma, alla video – chat.
A questo punto il criminale tenta di convincere la vittima a fare del sesso virtuale, spogliandosi e/o assumendo comportamenti palesemente compromettenti. Quanto avviane in video – chat viene registrato ad insaputa della vittima che, successivamente subirà un tentativo di estorsione. Il ricattatore infatti chiederà una somma di danaro per cancellare il video. Se non venisse pagato, minaccerà di pubblicarlo sulle piattaforme on-line oppure di inviarlo, via mail, ad amici, parenti o alla scuola.
Va da sé che cedere al ricatto non offre nessuna tutela alla vittima. All’inizio le richieste economiche potrebbero essere contenute ma, in un breve periodo, diventeranno sempre più elevate e pressanti, alimentando un circolo vizioso difficile da spezzare.

La polizia postale

Questo forma di frode è particolarmente insidiosa poiché si basa sulla manipolazione emotiva e sulla paura della vittima soprattutto se minorenne.
Solo nel mese di agosto dello sorso anno, come pubblicato sul sito della Polizia Postale, sono state segnalate oltre cento denunce, per questo reato. Tuttavia il fenomeno, che colpisce indiscriminatamente sia adulti che minori, è certamente più esteso. «Le vittime, – evidenzia la polizia – intrappolate tra la vergogna e la paura, tendono a non confidarsi con nessuno, e fin quando possono, a pagare».

Il rischio di cyberbullismo e le possibili soluzioni

I video di sextortion possono essere usati per realizzare veri e propri atti di cyberbullismo, che hanno come vittime soprattutto i giovani. Un video così estorto infatti, oltre a ricattare, può denigrare, irridere e screditare le persone coinvolte.
Purtroppo non esistono contromisure tecniche efficaci contro questo tipo di cybercrime.
La prevenzione della sextortion resta sempre la strategia migliore e richiede un impegno congiunto di scuola e famiglia.
Da un lato, la scuola deve educare gli studenti all’importanza della sicurezza digitale, aiutando gli alunni a riconoscere i segnali di pericolo e a proteggersi. Dall’altro le famiglie devono creare un ambiente in cui i giovani si sentano sicuri di parlare delle loro esperienze online senza paura di essere giudicati.

Le polizze assicurative scolastiche

Da qualche anno, le polizze assicurative offerte sul mercato scolastico hanno cominciato ad includere tra le loro garanzie il cyberbullismo. I prodotti maggiormente performanti oltre al cyberbullismo includono altri rischi specifici come il furto di identità o l’estorsione.
Le garanzie tendono a tutelare le vittime, recuperando i costi delle spese legali oppure i servizi di salute mentale, medico e psicologico.

Se desideri verificare la copertura assicurativa stipulata dall’Istituto per i casi di cyberbullismo a scuola, contattaci qui.

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Anno scolastico 2024 – 2025

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito alla fine dello scorso mese di giugno ha pubblicato l’ordinanza relativa alle date di avvio dell’anno scolastico 2024/2025. Il documento, oltre alle date relative agli esami di stato, fornisce anche quelle relative delle festività nazionali.

Avvio del nuovo anno scolastico

L’avvio, come gli anni precedenti avverrà in tempi e con modalità diverse nelle singole Regioni e nelle Province Autonome. L’anno scolastico, comincerà il 5 settembre in Alto Adige, seguito il 9 settembre in Trentino.  Tra l’11 e il 12 torneranno sui banchi di scuola gli alunni di: Friuli, Marche, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto, Campania, Lombardia, Molise, Sardegna, Sicilia. Ultime, il 16 settembre, riapriranno le scuole di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Toscana, Puglia.

Le festività nazionali

L’ordinanza ministeriale, oltre alle domeniche, indica le festività nazionali previste per l’anno scolastico 2024/2025.
Inoltre, ogni Regione, ai sensi della Legge 15 marzo 1997, n. 59, potrà disporre ulteriori giorni di sospensione delle lezioni a livello locale.
Ferma restante la determinazione regionale, il DPR 8 marzo 1999, n. 275, le scuole hanno il potere di adattare il calendario scolastico alle esigenze rappresentate nel PTOF.
L’unico vincolo che dovrà essere rispettato, per garantire la validità dell’anno scolastico, è quello di almeno 200 giorni di lezione.
Le informazioni dettagliate sulle date sono disponibili sui siti delle singole Regioni oltre che degli Istituti scolastici.

Esami di stato

Da ultimo l’ordinanza indica i calendari relativi agli esami di stato conclusivi dei singoli cicli di istruzione.
Relativamente al primo ciclo di istruzione, l’esame dovrà essere effettuato tra il termine delle lezioni e il 30 giugno 2025. Saranno le commissioni d’esame insediate presso le singole istituzioni scolastiche statali e paritarie a stabilirne i calendari.
Analoghe autonomie sono concesse per gli studenti dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA), di cui al D.P.R. 29 ottobre 2012, n. 263.
La prima prova scritta degli esami di Maturità invece, inizierà il giorno 18 giugno 2025 alle ore 8:30.

Che tu sia uno studente, un genitore o un operatore scolastico, vogliamo augurati un anno scolastico ricco di successi e senza infortuni. Se poi desideri maggiori informazioni sulle polizze assicurative scolastiche, poi scriverci qui.

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Buone vacanze 2024!

Inutile nasconderselo, anche l’anno scolastico appena trascorso è stato ricco di impegni e responsabilità, forse maggiori di quanto non ci aspettassimo.

Ciò che tutti desideriamo di più, dopo un anno così intenso, è prenderci un momento di meritato riposo!

Per questo motivo, vogliamo augurarti Buone Vacanze!

Con le notizie dal mondo delle Assicurazioni scolastiche ci rivediamo a settembre.

I nostri uffici resteranno comunque a tua disposizione anche nel mese di agosto, ad eccezione della settimana dal 12 al 16.

Per tutte le urgenze, potrai comunque contattarci alla casella di posta info@abint.it oppure attraverso il questo form.

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Docente colpita con una pistola ad aria compressa

Torna a far discutere il caso della docente di Rovigo che, nell’ottobre del 2022, è stata bersagliata in aula con una pistola ad aria compressa.
La Procura dei Minori di Venezia ha chiesto l’archiviazione della procedura aperta nei confronti di 21 studenti della classe perché l’accaduto non è penalmente rilevante. Lo riporta un articolo de “la Repubblica”.

Il fatto

L’episodio risale all’11 ottobre del 2022, in una classe prima dell’ITIS Viola – Marchesini di Rovigo. Un alunno quattordicenne colpiva la docente con due pallini di gomma, sparati da una pistola ad aria compressa. Un secondo alunno riprendeva la scena con lo smartphone per poi condividerla sui social-media.
Un terzo alunno, il proprietario della pistola, dopo il gesto, provvedeva a farla sparire, gettandola dalla finestra. Nel corso dell’accaduto l’intera classe assumeva comportamenti canzonatori, ridicolizzando e deridendo l’insegnante.
L’episodio tuttavia raggiunse gli onori della cronaca non tanto per le conseguenze fisiche riportate dalla professoressa ma per la valutazione comportamentale degli autori del gesto.
Il consiglio di classe, alla fine dell’anno, nonostante la sospensione con frequenza obbligatoria, aveva dato 9 in condotta all’autore del gesto e 8 all’alunno che aveva ripreso la scena.
La decisione venne presa alla luce dell’attività di volontariato imposta agli studenti e del percorso psicologico intrapreso. Il consiglio tenne in considerazione anche l’impegno nello studio dimostrato, dagli autori del gesto, dopo l’accaduto.
Solo il clamore dei media, l’intervento degli ispettori scolastici e la presa di posizione del Ministro hanno fatto ritornare sui loro passi i docenti. Agli alunni i voti in condotta furono abbassati a 7 e 6 ma venne comunque garantita loro la promozione.
Nel marzo del 2023, la professoressa fu convocata al Senato nell’ambito dell’approfondimento parlamentare sul contrasto agli episodi di violenza nella scuola.
L’insegnante, attraverso i suoi legali, presentò tuttavia una denuncia al Tribunale dei minori contro tutta la classe per lesioni, oltraggio, diffamazione e atti persecutori.

L’archiviazione del procedimento

Il 15 luglio, la Procura dei Minori di Venezia, ha chiesto l’archiviazione del procedimento per oltraggio nei confronti dei 21 studenti della classe. Rimane aperto invece il procedimento nei confronti dei 3 ragazzi direttamente coinvolti nel gesto. Lo riporta un articolo de “il Corriere”.
Secondo i magistrati: «Deridere in massa un’insegnante che viene presa come bersaglio con una pistola ad aria compressa non è un fatto penalmente rilevante».
Al di là delle critiche più che prevedibili, il fatto che il gesto non sia penalmente rilevante non esclude che l’accaduto possa avere altre conseguenze.
La procura infatti, ha sentenziato esclusivamente in relazione all’aspetto penale e solo per gli alunni non direttamente coinvolti, lasciando aperto il procedimento in sede civile.
In altre parole, qualora venisse provato un danno di carattere psicologico o professionale, gli autori del gesto potrebbero doverne rispondere di fronte al giudice civile.

Il profilo assicurativo

Ipotizzare dei rimborsi assicurativi, in questa fase, coi procedimenti ancora in corso, è certamente prematuro. A prescindere dall’ipotesi di reato per i diretti autori del fatto, sarà solo il giudice civile a stabilire se esiste un danno, chi sono i responsabili e l’ammontare del risarcimento.
Occorre comunque considerare che, ai sensi dell’Art. 1900 del Codice Civile, assicuratore non è tenuto al rimborso dei sinistri cagionati con dolo o colpa grave. In alcuni casi tuttavia, limitatamente alla colpa grave, il contratto assicurativo, potrebbe tuttavia prevederne la copertura.

Se desideri maggiori informazioni in relazione alle polizze assicurative scolastiche nei casi di violenza nei confronti degli operatori scolastici, contattaci qui.

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Divieto dei cellulari in classe

L’11 luglio scorso il Ministero dell’Istruzione ha emanato una Circolare relativa all’utilizzo degli smartphone in classe. La Circolare riprende la Nota n. 107190 del 19 dicembre 2022 relativa all’utilizzo dei telefoni cellulari e analoghi dispositivi elettronici.

Il contenuto della Circolare

In premessa, la Circolare cita il Rapporto Unesco: “Global education monitoring report, 2023: technology in education: a tool on whose terms?“. Il documento evidenzia il legame negativo tra l’uso eccessivo delle
Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (in inglese ICT), e il rendimento degli studenti. «La semplice vicinanza a un dispositivo mobile – riporta la Circolare – distrae gli studenti provocando un impatto negativo sull’apprendimento».
A supporto di quanto espresso viene anche citato il Rapporto OCSE PISA 2022 che evidenzia come l’utilizzo degli smartphone faccia diminuire il livello di attenzione.
Il divieto degli smartphone tenderebbe anche a ridurre gli effetti della sindrome dell’Hikikomori che, come rileva Save the Children, sta raggiungendo livelli preoccupanti nel nostro Paese.
Rispetto alla Nota del dicembre 2022, in cui si invitavano le Istituzioni scolastiche a limitare l’uso degli smartphone, la nuova circolare introduce degli aspetti nuovi.
L’invito diventa un obbligo ma limitato esclusivamente al primo ciclo di istruzione, ovvero dalla scuola dell’infanzia alla scuola media, escludendo gli Istituti superiori.
Anche nel primo ciclo è tuttavia consentita una deroga, qualora l’utilizzo sia previsto dal Piano Educativo Individualizzato e/o dal Piano didattico personalizzato, per gli alunni con disabilità.
La Circolare inoltre, invita anche ad un utilizzo più responsabile del Registro Elettronico, accompagnando le notazione digitali a quelle sul diario personale.

Il profilo assicurativo

Al di là degli aspetti prettamente didattici o sociali, l’utilizzo dello smartphone a scuola ha più volte, creato disagi anche sotto il profilo assicurativo. Il mancato rimborso da parte degli assicuratori per i cellulari danneggiati colposamente oppure rubati hanno spesso creato dissapori tra le famiglie e la scuola.
Per questo motivo è utile ricordare che anche le polizze scolastiche escludono il danneggiamento delle cose in consegna o custodia a qualsiasi titolo o destinazione.
Inoltre le polizze dei beni, di norma, non prevedono smartphone e/o cellulari nelle coperture assicurative fermo restando la garanzia qualora vengano utilizzati per fini didattici.

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Infortunio dell’alunno durante la ricreazione

Interessante sentenza, quella della Corte di Cassazione di Roma che stabilisce come il cortile di una scuola è equiparato al luogo di lavoro. In caso di infortunio, la responsabilità diretta è quella del Dirigente scolastico, in qualità di datore di lavoro.

Il fatto

Gli eventi risalgono al 2016 in un Istituto Comprensivo della Lombardia. All’epoca dei fatti un alunno, durante la ricreazione, giocando con i compagni, era caduto in terra e un chiodo gli si era conficcato nella palpebra. La lesione ha comportare postumi invalidanti importarti tra i quali l’indebolimento permanente della vista.
Per l’accaduto, il Dirigente scolastico, era stato condannato in primo grado.
La Corte di Appello, pur riconoscendo le attenuanti generiche e l’attenuante del risarcimento del danno prima del giudizio, aveva comunque confermato la decisione del Tribunale. Il Dirigente scolastico veniva comunque condannato per lesioni colpose gravi egli veniva comminata una pena detentiva riconvertita in sanzione pecuniaria di 10.000 euro.
Avverso le prime due sentenze, la difesa del Dirigente aveva proposto ricorso in Cassazione. La difesa sosteneva che, nel caso specifico, non fosse applicabile la disciplina antinfortunistica. A parere della difesa, in questo caso, l’allievo non sarebbe qualificabile come lavoratore.

La sentenza della Cassazione

La Suprema Corte Penale, lo scorso mese di aprile ha confermato quanto già stabilito nei primi due gradi di giudizio.
Per la Cassazione, ai fini della determinazione della responsabilità per infortunio, il cortile di una scuola è equiparato al luogo di lavoro.
Il Dirigente è quindi ritenuto colposamente responsabile per negligenza, imperizia ed inosservanza della disciplina sulla prevenzione degli infortuni. In particolare per l’inosservanza degli Artt. 63 e 64 comma 1 lett. a) del D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81.
Secondo la Cassazione, il Dirigente avrebbe: «consentito che nel citato cortile permanessero pessime condizioni di manutenzione, con buche, asperità del terreno, cordoli sconnessi con spigoli sporgenti e chiodi arrugginiti, ragion per cui l’alunno si era procurato le lesioni personali».
La Cassazione stessa comunque, ha fatto osservare che il reato contestato si era estinto per intervenuta prescrizione. Ha quindi annullato la sentenza impugnata senza il suo rinvio alla Corte territoriale di provenienza.

Il profilo assicurativo

Alla tutela obbligatoria prestata dall’INAIL, nei casi di infortunio sul lavoro, si associa quella dell’Assicurazione scolastica. La polizza integrativa risarcisce, oltre alle invalidità residuate dall’infortunato, anche le spese mediche dirette dell’infortunio.
Più articolato è l’aspetto relativo alle spese legali del Dirigente scolastico, per le quali potrebbe intervenire la polizza di tutela legale.

Se desideri maggiori informazioni sulle polizze assicurative infortunio e Tutela Legale nella scuola, contattaci qui.

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Crolla il controsoffitto a scuola

Crolla il controsoffitto in una scuola primaria e dell’infanzia toscana. Lo riporta un articolo del TGR Toscana.

Il fatto

L’evento è accaduto nella notte dello scorso 24 giugno in una scuola di Terontola, nel comune di Tortona.
Nella struttura erano in corso i lavori di rimozione della copertura in amianto e l’installazione del nuovo tetto. Le infiltrazioni d’acqua, dovute alle intense precipitazione delle ore precedenti, unite ai lavori di ristrutturazione sarebbero la causa del crollo. I lavori erano iniziati dopo la fine dell’anno scolastico.
I locali interessati dal cedimento sono quelli della scuola primaria posta al primo piano. Al piano inferiore, ancora utilizzato dalla scuola dell’infanzia, si sono verificate solo delle infiltrazioni di acqua.
Il problema comunque è stato riscontrati prima dell’ingresso a scuola e non si lamentano danni alle persone. Dopo il sopralluogo effettuato dai tecnici, l’edificio è stato chiuso con ordinanza, a titolo precauzionale.

La responsabilità della manutenzione degli edifici scolastici

La sicurezza degli immobili ad uso scolastico è un problema ricorrente, costantemente segnalato ma il più delle volte disatteso. All’interno del PNRR, una parte degli stanziamenti nel comparto istruzione, è destinato proprio all’edilizia scolastica.
Rispetto al totale dell’investimento, risorse pari a 3,2 mld di euro, sono già state stanziate e autorizzate.
L’obiettivo è adeguare gli edifici pubblici adibiti a scuole di ogni ordine e grado, per renderli più innovativi, sostenibili, sicuri e inclusivi. Gli interventi riguardano la messa in sicurezza, l’adeguamento sismico, l’efficientamento energetico e, dove necessario, la sostituzione edilizia.
Gli edifici scolastici sono proprietà delle singole amministrazioni locali.
Ai sensi della Legge 11 gennaio 1996, n. 23, spettano all’Ente locale proprietario, oltre alla fornitura, anche la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile.
Il proprietario dell’immobile è responsabile della sicurezza del cantiere e della corretta esecuzione dei lavori di manutenzione anche qualora fossero affidati ad un soggetto esterno.
All’amministrazione scolastica spetta invece l’onere di verifica dello stato di conservazione e fruibilità dell’edificio. Grava sul Dirigente scolastico anche l’onere di tempestiva segnalazione al proprietario in relazione alla sicurezza dell’edificio.

Il profilo assicurativo

Le polizze scolastiche normalmente disponibili sul mercato, non coprono i danni all’edificio.
Sul mercato sono comunque disponibile particolari polizze per il Rischio Locativo che tutelano la scuola dai danni causati per un’errata condotta. Questo tipo di polizze tuttavia sono poco diffuse o vengono specificamente richieste qualora l’immobile non sia di proprietà dell’Ente Locale.
La copertura assicurativa per il rischio catastrofale è a carico del proprietario della struttura sia esso pubblico o privato.
In relazione alle polizze scolastiche è tuttavia bene verificare che non esistano limitazioni o esclusioni per gli alunni e gli operatori vittime di eventi catastrofali.
Una specifica attenzione andrà anche posta anche ai beni di proprietà dell’Istituto scolastico che potrebbero essere danneggiati in un evento catastrofale.
Un furto, per quanto grave, nella maggioranza dei casi, crea un danno parziale e limitato. Al contrario, un evento catastrofale potrebbe comportare la perdita o la distruzione di tutti i beni di proprietà dell’Amministrazione scolastica. In questi casi inoltre, al danno economico diretto, esiste il danno indiretto, legato alla perdita del servizio formativo agli studenti.

Se desideri maggiori informazioni sulle polizze assicurative per gli eventi catastrofali nella scuola, contattaci qui.