Condannata a 3 anni e sette mesi la studentessa 14enne che ha sfregiato una compagna in preda a una crisi di gelosia. Lo riporta un articolo della cronaca locale de “il Corriere della Sera”.
Il fatto
L’episodio è accaduto lo scorso mese di febbraio, poco dopo l’uscita da scuola.
Le due studentesse, pur frequentando lo stesso Istituto, non avevano rapporti di amicizia. Al contrario, tra loro in passato, ci sarebbero stati altri momenti di tensione. Poco più che battibecchi tra adolescenti, che con il tempo però si sarebbero esasperati fino a sfociare nell’aggressione.
Le indagini hanno chiarito che, all’origine della violenza ci sarebbe stato l’interesse della vittima, anch’essa quattordicenne, verso un ragazzo della stessa età.
L’assalitrice, prima le ha urlato contro, l’ha insultata e poi l’ha aggredita con ferocia, sfregiandole le guance con un accendino.
Secondo le indagini, alcuni passanti avrebbero assistito all’episodio senza tuttavia intervenire. Solo una donna sarebbe accorsa per difendere la vittima, tentando di separare le ragazze e avvisando i carabinieri.
La vittima ferita è stata soccorsa e trasportata in ospedale, mentre l’altra è stata riaccompagnata a casa e denunciata.
Una settimana dopo, la Procura dei minori ha ritenuto l’episodio particolarmente grave e potenzialmente ripetibile. Per questo motivo ha richiesto e ottenuto una misura cautelare, che ha portato al trasferimento della quattordicenne in una comunità protetta.
Da qui il processo di primo grado presso il Tribunale per i Minorenni di Torino.
La sentenza
Dall’esame processuale è emerso che in passato la ragazza avrebbe commesso altri episodi di prevaricazione, seppur di minore gravità. Si tratta comunque di comportamenti che suscitano una certa preoccupazione.
Al termine del dibattimento il Tribunale dei minori di Torino ha inflitto all’adolescente 3 anni e 7 mesi di reclusione. La pena applicata supera le stesse richieste dell’accusa.
La sentenza recepisce anche le recenti modifiche al Codice Penale previste dalla Legge 19 luglio 2019, n. 69.
Tale normativa, nota come Codice Rosso, rafforza le tutele per le vittime di violenza di genere.
Proprio per questo motivo il Tribunale ha negato alla minore, la possibilità di accedere alla giustizia riparativa applicabile nell’ambito della giustizia minorile.
Il legale incaricato dalla famiglia, difensore della giovane, ha annunciato l’intenzione di ricorrere in appello.
Il profilo assicurativo
È opportuno ricordare che le assicurazioni non coprono la responsabilità penale che è sempre personale e non assicurabile.
Anche sul fronte civile, per il risarcimento del danno causato, molto difficilmente la polizza di Responsabilità Civile tutelerà la famiglia dell’alunna violenta. Le polizze assicurative infatti, di norma, escludono i danni civili derivanti da dolo.
In caso contrario, è fatto, comunque, salvo il diritto dell’Assicuratore di rivalersi nei confronti del soggetto che provocato il danno causato dolosamente.
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