abint Nessun commento

Scuole occupate: quali possibili responsabilità in caso di danno?

Dall’ondata di indignazione per quanto sta accadendo in Palestina, non potevano restare immuni le scuole. Dopo gli atenei universitari, da nord a sud si moltiplicano le occupazioni delle scuole superiori. Sono ormai decine gli Istituti che hanno interrotto le lezioni al grido di “fermiamo tutto”, trasformando le aule in spazi di discussione e confronto. Ne parla un articolo del sito “Studenti” del gruppo Mondadori.
Le domande che molti Dirigenti scolastici si pongono in questi giorni sono: in caso di infortunio o danneggiamento alle strutture esiste una responsabilità della scuola? Le polizze assicurative stipulate dagli Istituti garantiscono il risarcimento in caso di danno?

Occupazione scolastica: cosa dice la legge e quali sono le possibili responsabilità

Quando si parla di occupazione di una scuola, il dubbio principale riguarda la sua legalità.
L’Art. 633 del Codice Penale parla di invasione arbitraria di: «terreni o edifici altrui, pubblici o privati».
La Cassazione, tuttavia, nel 2000, ha chiarito che gli studenti non possono essere individuati come “invasori esterni”. Essi, infatti, hanno un diritto di accesso e permanenza nella scuola.
Per questo motivo, l’occupazione non è automaticamente considerata un reato di invasione.
Quest’aspetto, tuttavia, non elimina completamente ogni conseguenza giuridica. La giurisprudenza successiva, infatti, s’è espressa in modo più restrittivo, poiché potrebbero configurarsi altri reati legati all’occupazione.
Inoltre, potrebbe rilevare il reato di interruzione di pubblico servizio previsto dall’art. 340 del Codice Penale. Questa si verifica quando l’occupazione impedisce le lezioni o l’accesso a studenti e docenti.
L’orientamento recente tende a essere più rigido. Secondo tale visione, anche un blocco parziale potrebbe costituire reato.
Altri reati che possono configurarsi sono: la violenza privata, prevista dall’art. 610  del Codice Penale, nel caso in cui l’accesso venga impedito mediante l’uso della forza o di minacce; il danneggiamento di beni pubblici, ai sensi dell’art. 635, in presenza di atti vandalici; e infine il deturpamento o l’imbrattamento di cose altrui, disciplinato dall’art. 639, in riferimento a scritte o murales sugli edifici scolastici.

L’orientamento del Ministero dell’Istruzione e del Merito

Con la Nota 485 del 5 febbraio 2024, anche il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha adottato una linea più rigida. I Dirigenti scolastici devono ora segnalare alle autorità ogni reato commesso durante un’occupazione scolastica. Alla fine dello stesso anno, il Ministro Giuseppe Valditara, in una comunicazione ufficiale, ha, inoltre, rafforzato il principio della responsabilità civile per i danni materiali provocati. Tale responsabilità può gravare sugli studenti maggiorenni o sui genitori degli studenti minorenni. In alcuni casi, le misure punitive possono essere convertite in attività riparative o lavori di pubblica utilità. In questo modo, la sanzione assume anche un valore educativo e formativo.

Le assenze

Un tema che riveste un’importanza fondamentale è quello legato alle assenze. La normativa nazionale stabilisce che queste non possano superare un quarto del monte ore annuale, pena la non validità dell’anno scolastico dello studente.
Vero è che non esiste una norma specifica in relazione alle assenze dovute a occupazioni scolastiche, ma il recente orientamento ministeriale le considera ingiustificate.
In passato, alcuni Consigli d’Istituto riconoscevano l’occupazione o l’autogestione come esperienze formative, ma oggi tale pratica è rara. Se il limite annuale di assenze viene superato, anche a causa di eventuali occupazioni, lo studente rischia la non ammissione alla classe successiva o all’esame di stato. In questo senso non è data neanche la possibilità di recupero tramite modifiche al calendario scolastico.

L’Autogestione

L’autogestione, a differenza dell’occupazione, rappresenta una forma di protesta più strutturata e partecipata. Di norma dovrebbe essere decisa tramite voto democratico, in assemblea studentesca.
Il programma dell’autogestione, comprensivo di obiettivi e motivazioni, dovrebbe essere comunicato e discusso con il Dirigente scolastico per ottenere collaborazione e riconoscimento ufficiale.
Sebbene le conseguenze siano differenti rispetto a quelle di un’occupazione, un’autogestione non concordata e non comunicata potrebbe comunque provocare problemi disciplinari o gestionali.
Va ricordato che nell’autogestione è fondamentale assicurare spazi studio per chi non partecipa e mantenere il dialogo con i docenti, garantendo sempre condizioni di sicurezza all’interno dell’istituto.

Il profilo assicurativo

Nei casi di autogestione, la polizza integrativa tutela gli infortuni di studenti e personale. Essendo, infatti, l’attività, concordata e autorizzata, è considerata a tutti gli effetti scolastica.
Nel caso di occupazione, invece, la polizza potrebbe non avere efficacia, non trattandosi di attività scolastica ordinaria; l’Assicuratore non copre, inoltre, la responsabilità penale, né le eventuali sanzioni amministrative o pecuniarie derivanti.
Un aspetto da tenere, invece, in particolare attenzione è quello relativo al danneggiamento dell’edificio o dei materiali scolastici. In questi casi, per la scuola, diventa opportuno stipulare una polizza assicurativa a tutela dei danni di proprietà dell’Istituto. Le migliori soluzioni in questo caso coprono i danni alle attrezzature anche per gli atti vandalici, seppure, solitamente, prevedano una franchigia o uno scoperto.
L’imbrattamento dei muri, invece, è quasi sempre escluso dalle coperture assicurative, dovendo così rimanere il danno a carico dei responsabili, se individuati, o della scuola stessa.

Se desideri maggiori informazioni in relazione alle polizze assicurative scolastiche nei casi di occupazione o autogestione, contattaci qui.