abint Nessun commento

Studente aggredisce docenti a Torino

Il 30 aprile scorso, un alunno 17enne ha aggredito due docenti di un Istituto Superiore di Torino, mandandone uno al Pronto Soccorso. Lo riporta un articolo di cronaca de “la Stampa”.

Il fatto

L’aggressione è avvenuta nel pomeriggio, durante l’intervallo di pausa delle lezioni, all’interno di un Istituto tecnico.
Dalle prime ricostruzioni sembra che per prima sia stata colpita una docente, il secondo insegnante è stato coinvolto nel tentativo di difendere la collega.
I motivi dell’aggressione non sono ancora chiari, tuttavia, sembra che l’alunno sia un ragazzo “difficile”, già raggiunto da un provvedimento di sospensione per motivi disciplinari.
L’alunno sarebbe stato sospeso dalle lezioni fino al termine dell’anno scolastico, ma avrebbe continuato a entrare nell’Istituto durante le ore pomeridiane.
Rimproverato dai docenti nel tentativo di entrare a scuola, li avrebbe aggrediti e la violenza sarebbe stata ripresa dalle telecamere interne dell’istituto.
Il docente, trasportato in ospedale, ha sporto denuncia alla Polizia di Stato; analoga decisione è stata presa dalla collega coinvolta nell’episodio.
Gli agenti sono giunti a scuola dopo l’allarme lanciato dalla dirigenza, all’arrivo della pattuglia, però, lo studente aveva già abbandonato l’edificio.

I provvedimenti del Ministero

L’episodio segue di pochissime ore il Consiglio dei ministri impegnato a deliberare una stretta relativa al comportamento di studenti e genitori verso gli insegnanti.
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato pene più severe per chi aggredisce il personale scolastico: in caso di violenza si rischia anche l’arresto.
La legge, come riporta un articolo dell’ANSA, si applicherà solo ai maggiorenni, coinvolgendo quindi solo gli studenti 18enni e i genitori.
Sarà introdotta l’aggravante per il reato di lesioni personali e se la vittima è un docente o un dirigente scolastico, le pene aumentano. La condanna passa da un minimo di 2 a un massimo di 5 anni.
«Il personale scolastico – ha commentato il ministro – dopo quello sanitario è il più colpito dalle aggressioni tra tutto il personale della Pubblica amministrazione. L’aumento è stato impressionante soprattutto da parte dei genitori. Fino al 2022-23 erano gli studenti ad aggredire, ora sono aumentati i genitori che picchiano i docenti».
Sempre in relazione all’aspetto disciplinare, il Consiglio dei ministri ha varato nuove regole anche sul voto di condotta degli studenti. In questo caso, le sanzioni diventano più severe: il 5 in condotta porterà alla bocciatura automatica, con il 6 sarà previsto un esame di riparazione.
Il Disegno di Legge relativo al voto in condotta era già stato approvato il 1° ottobre 2024, ma perché fosse reso attuativo occorreva la modifica regolamentare. Il provvedimento dovrebbe diventare esecutivo all’inizio del prossimo anno scolastico.
Infine, la sospensione fino a 2 giorni non comporterà più l’allontanamento da scuola, al posto della sospensione ci saranno ore aggiuntive di permanenza a scuola. Per le sospensioni tra 3 e 15 giorni, invece, saranno previste attività socialmente utili. «Viene prevista più scuola e non meno scuola per chi fa il bullo o in generale si comporta male» ha sottolineato il Ministro dell’Istruzione.

Il profilo di responsabilità e quello assicurativo

Se i fatti riportati dalla cronaca venissero confermati, apparirebbe indiscutibile la responsabilità penale dello studente nell’accaduto, seppure non abbia ancora raggiunto la maggiore età. Secondo l’Art. 98 del Codice, chi ha più di 14 anni ed è capace di intendere e volere è penalmente imputabile, anche se con pena ridotta.
L’assicurazione non copre la responsabilità penale, né eventuali sanzioni amministrative pecuniarie connesse. Tuttavia, la polizza integrativa scolastica prevede un risarcimento per il danno fisico o psicologico subito dai docenti, fatto salvo il diritto di rivalsa dell’assicuratore.

Se desideri maggiori informazioni in relazione alle coperture assicurative per la Responsabilità Penale nella scuola, contattaci qui.

abint 1 commento

Alunno iperattivo sospeso perché “disturba”

Un alunno di sei anni della Provincia di Roma, affetto da deficit di attenzione (ADHD), è stato sospeso dal Consiglio di Istituto per 21 giorni. Lo riportava un articolo di “Sky TG24” dello scorso mese di marzo.

Disturbo da Deficit di Attenzione Iperattività

L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione Iperattività) rientra tra i Disturbi del Neurosviluppo ed è stimata in circa il 5% dei ragazzi in età scolare.
Non sono ancora del tutto chiari i meccanismi alla base dell’insorgenza del disturbo anche se è ipotizzabile la disfunzione biologica di alcuni neurotrasmettitori.
I disturbi si manifestano nel periodo dello sviluppo e si caratterizzano per un deficit che causa una compromissione nel funzionamento personale, sociale e scolastico.
L’ADHD si associa spesso a disturbi Oppositivo-Provocatori e al Disturbo della Condotta.
L’alunno manifesta difficoltà nel mantenere la concentrazione, nella gestione dei propri impulsi e nel controllo motorio. Tali comportamenti possono presentarsi singolarmente o in modo combinato.
L’ADHD è caratterizzato da alti livelli invalidanti di disattenzione, disorganizzazione e/o iperattività-impulsività.

Il fatto

Alla fine dello scorso mese di febbraio, in una scuola del Lazio, un alunno di prima elementare, affetto da ADHD certificata, è stato sospeso per 21 giorni perché iperattivo.
La famiglia si rivolge al Tribunale Amministrativo Regionale che trasmette alla scuola un decreto sospensivo con cui intima di riammettere l’alunno. All’alunno, secondo il TAR, dovrà anche essere garantita la presenza di un docente di sostegno. La scuola nega all’alunno l’accesso poiché non sarebbe stata ancora presa visione della comunicazione dei giudici. La famiglia si rivolge quindi al Ministro e l’alunno viene riammesso a scuola ma qualche giorno dopo viene rimandato a casa. Secondo il Dirigente l’alunno sarebbe ingestibile e la scuola è ancora priva del docente di sostegno.
Il Ministero invia gli ispettori per appurare eventuali comportamenti errati del dirigente che, nel frattempo viene sospeso e al suo posto nominato un reggente.
L’ultimo capitolo della vicenda arriva in questi giorni con la sentenza del Tar che si esprime a favore della famiglia.
Secondo il Tribunale Amministrativo, il provvedimento disciplinare della scuola: «Non era finalizzato a sanzionare il minore bensì a perseguire un altro fine». Secondo il legale della famiglia: «La sospensione era stata motivata dalla difficoltà di non avere ore sufficienti di sostegno».
Il Tribunale Amministrativo impone anche alla scuola il risarcimento alla famiglia di 2 mila euro per le spese legali.

Il profilo assicurativo

La polizza assicurativa integrativa, di norma, non paga il risarcimento delle spese legali. Nell’apposita sezione infatti sono escluse le vertenze tra gli assicurati della stessa polizza.
Le spese non vengono pagate neanche nella sezione di Responsabilità Civile. La famiglia non ha infatti preteso un risarcimento per il “danno” subito.
In questo caso le spese potrebbero essere risarcite dalla polizza di Responsabilità Civile patrimoniale, nei casi previsti, oppure dalla polizza di Tutela Legale del Dirigente.
La polizza infatti prevede le Spese di Soccombenza conseguenti al fatto illecito ai sensi dell’Art. 1917, comma 1, del Codice Civile.

Se desideri maggiori informazioni in relazione alle polizze di Responsabilità Civile Patrimoniale e di Tutela Legale del Dirigente, contattaci qui.

abint Nessun commento

Lavori socialmente utili

Il nostro Istituto, accogliendo le indicazioni del ministro, ha previsto nel regolamento scolastico la possibilità di sostituire la sospensione disciplinare con lavori socialmente utili.
In questi casi la polizza integrativa copre il danno causato e l’eventuale infortunio?

Fin dal novembre 2022 il Ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, in una trasmissione di Sky Tg24, s’era espresso sulla questione. Dichiarava il Ministro: «Serve prevedere forme diverse di sanzioni nei confronti di quegli studenti che non hanno capacità di rispettare le regole». E continuava: «Una cosa che mi è sempre parsa molto utile sono i lavori socialmente utili».

La cittadinanza solidale

La questione relativa alle sanzioni da applicare agli studenti nei casi di gravi infrazioni comportamentali è stata ripresa dal ministero alla fine dell’anno scolastico. Le ragioni della decisone sono legate ai recenti episodi di bullismo e di violenza che hanno visto coinvolti gli studenti e i docenti.
In una comunicazione dello scorso 28 giugno, il Ministro preannunciava la revisione del voto di condotta e le nuove regole per i Lavori Socialmente Utili (LSU), alternativi alla sospensione.
A tal fine, all’inizio di agosto è stato creato, presso il Ministero, un tavolo tecnico composto da Dirigenti Scolastici, educatori, magistrati e docenti universitari. L’obiettivo è quello di definire nuovi e più adeguati strumenti di valutazione e sanzione dei comportamenti illeciti tra i banchi di scuola. Tra i provvedimenti in esame, oltre alla riforma del voto di condotta, saranno definite le modalità operative legate ai lavori di Cittadinanza solidale (LSU).
Le scuole, infatti, potranno prevedere, per gli studenti interessati, periodi di lavoro in ospedali, case di cura, canili, biblioteche, mense della Caritas e servizi sociali.
Gli USR dovranno stilare un elenco di queste strutture convenzionate, garantendo i necessari criteri di sicurezza. Saranno elenchi che verranno preparati e gestiti analogamente a quelli relativi ai progetti dei PCTO.
L’obiettivo sostanziale sarà quello di coinvolgere gli studenti interessati da provvedimenti disciplinari rilevanti in attività educative e pedagogiche, anche di natura extra-scolastica. L’idea alla base è quella di offrire agli alunni sospesi un’opportunità di riscatto e di crescita personale. Il periodo di sospensione diventerà, in questo modo, un’occasione educativa alternativa.


Il profilo assicurativo

Le polizze integrative scolastiche, di norma prevedono la copertura assicurativa di tutte le attività didattiche in conformità con la normativa scolastica vigente.
Le attività scolastiche, previste dal Piano Triennale dell’Offerta Formativa (P.T.O.F.), potranno essere effettuate sia all’interno che all’esterno dell’Istituto, senza limiti di orario.
L’assicurazione copre, altresì, le attività realizzate anche in collaborazione con soggetti esterni, mediante stesura di regolare protocollo di intesa, previa delibera degli Organi Scolastici competenti.
Alla luce delle condizioni contrattuali normalmente applicate, le polizze dovrebbero quindi garantire anche i lavori socialmente utili.
Resta tuttavia inteso che in caso di dubbio è opportuno fare le opportune verifiche con la Società assicuratrice.

Se desideri maggiori informazioni in relazione alle coperture assicurative integrative nella scuola, contattaci qui.