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Scuola: in arrivo un nuovo Codice di Comportamento per i docenti

Alla fine dello scorso giugno, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato l’introduzione un nuovo codice di comportamento per i docenti. Lo riporta un’intervista ripresa e pubblicata dal sito: “Virgilio-Scuola”.

Il Codice di comportamento

In base al D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62, è previsto un codice etico che tutti i dipendenti delle pubbliche amministrazioni sono tenuti a rispettare. La norma, aggiornata nel giugno 2023, è in applicazione dell’Art. 54 del D. Lgs. 30 marzo 2001, n. 165.
La norma definisce i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che devono essere tipici dei dipendenti pubblici. Rientrano nel codice di comportamento anche l’uso dei mezzi di informazione e dei social network. Ai sensi dell’Art. 11-ter, le opinioni personali pubblicate sulle piattaforme telematiche non devono mai essere riconducibili all’Amministrazione da cui si dipende. Inoltre: «il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza».
Il Codice di comportamento dei dipendenti della scuola andrà quindi a integrare quello previsto per tutti i dipendenti pubblici.

I fatti al centro del clamore mediatico

La decisione del ministro sembra legata a due episodi che hanno visto coinvolti i docenti della scuola. Primo tra tutti quello del docente di un liceo romano sospeso dal servizio per tre mesi lo scorso anno, per aver apertamente criticato il Ministro dell’Istruzione. Un secondo caso, quello più discusso, si riferisce al docente di un liceo del napoletano che augurava la morte alla figlia della Presidente del Consiglio.
«È evidente – ha detto Valditara – che l’autorevolezza di un docente, passa anche dall’immagine che egli dà di sé stesso e dalla sobrietà dei suoi comportamenti».
Una commissione di esperti legali sta lavorando in stretta sinergia con il Ministero per definire le nuove regole comportamentali. Il documento si ispirerà a esperienze precedenti maturate anche in altre amministrazioni pubbliche. La pubblicazione è prevista all’inizio del prossimo anno, dopo il completamento del lavoro congiunto.
Resta inteso che ogni singola Amministrazione scolastica potrà elaborare una propria politica per i social media. I programmi d’azione definiranno le condotte dannose per l’immagine dell’ente, variando secondo ruolo e responsabilità del personale.

Il profilo assicurativo

Indipendentemente dal Codice di comportamento e dalle sanzioni previste, diffamazione e minacce sono reati.
La diffamazione, punita dall’Art. 595 del Codice Penale, si verifica quando si lede la reputazione di una persona offendendola in pubblico. La minaccia, punita dall’Art. 612 del Codice Penale, si concretizza quando si minaccia qualcuno di un danno ingiusto, causando timore o turbamento nella vittima.
Per quanto riguarda il reato, in linea generale, questo non è mai contemplato nelle coperture assicurative.
In relazione alle polizze assicurative, resterà, quindi, escluso il risarcimento del danneggiato. Allo stesso modo non sarà risarcita la sanzione o l’eventuale azione disciplinare nei confronti del responsabile.
Uno strumento applicabile è la tutela legale, qualora sia previsto anche il profilo penale.
È bene, tuttavia, evidenziare che la copertura assicurativa stipulata dalla scuola, potrebbe avere delle limitazioni. La tipologia di contratto, infatti, esclude la possibilità di risarcimento per le spese conseguenti a controversie fra Contraente ed Assicurato assicurati con la stessa polizza. Spesso l’esclusione è prevista anche tra le Compagnie di Assicurazione che operano all’interno dello stesso contratto.

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Regali di Natale

Con l’approssimarsi delle festività natalizie, in molte scuole, è ancora in uso l’abitudine di fare regali di Natale ai Docenti o al Dirigente Scolastico.
Una prassi consolidata ma dalla dubbia opportunità. Già nel 2018, il Dirigente di un Istituto pugliese, con propria circolare, ha vietato a docenti e ATA, di accettare regalie di qualsiasi tipo.
La cronaca, tutti gli anni, riporta diversi casi del genere. Facendo una ricerca in rete è abbastanza facile trovare siti ricchi di consigli in questo senso.
Oltre ai Docenti che ricevono regalie dai genitori, sembrano esserci vere e proprie collette tra gli insegnanti per un omaggio natalizio al proprio Dirigente.
Spesso il valore dei regali è cospicuo e la pratica, oltre ad essere inopportuna e imbarazzante, potrebbe contenere un vero e proprio illecito.

Il profilo normativo

Come tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione, anche i Dirigenti, come i Docenti, sono vincolati ad obblighi deontologici.
È quanto previsto dal D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62Codice di comportamento dei dipendenti pubblici.
Anche il CCNL scuola 2006 e 2009 all’Art.92 impone di non chiedere, né di accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilità in connessione con le prestazioni lavorative.
Nel CCNL del personale dirigente dell’Area V, all’Art.14, si indica chiaramente come il DS sia chiamato ad anteporre l’interesse pubblico a quello privato, ​​proprio e altrui. Per questo motivo, il dipendente pubblico deve astenersi, non solo dal chiedere, ma anche dall’accettare omaggi o trattamenti di favore. Eventuali “doni” devono rientrare nelle normali relazioni di cortesia e devono essere di modico valore.
Per modico valore, ai sensi dell’Art. 4, comma 5, del D.P.R, si intende: «non superiore in via orientativa a 150 euro». «I regali o altre utilità – precisa il Decreto – dovranno essere messi subito a disposizione dell’amministrazione per la restituzione o la loro devoluzione a fini istituzionali».
In altre parole, se l’augurio fatto al Docente o al Dirigente è buona educazione, il regalo da mettere sotto l’albero potrebbe costituire un illecito sanzionabile.
Accettare un regalo, vietato dal codice di comportamento, potrebbe provocare sanzioni disciplinari fino al licenziamento del pubblico dipendente.

Il profilo penale

Quando un dipendente pubblico accetta regali di cospicuo valore per svolgere un atto del proprio ufficio, favorendo la persona che ha effettuato il regalo, non rispetta l’imparzialità della Pubblica Amministrazione. Per questo motivo potrebbe rispondere del delitto di corruzione, ai sensi dell’Art. 318 del Codice Penale.
Ai sensi dell’Art. 321 del Codice Penale, anche il corruttore commette un reato. In entrambi i casi, i soggetti coinvolti posso essere condannati con la pena della reclusione da 3 a 8 anni.

La polizza assicurativa

Sul piano strettamente assicurativo, occorre ricordare che l’assicurazione non risarcisce la responsabilità penale, né le sanzioni amministrative o pecuniarie derivanti.

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