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Quando finisce un amore

Quando finisce un amore” è una delle più belle canzoni del 1974, firmata da Riccardo Cocciante.
Tranquillizziamo i più: non siamo diventati dei critici musicali, l’amore finito è quello tra la Compagnia assicuratrice Wiener Städtische Versicherung AG e la scuola.
La Compagnia ha annunciato il 13 luglio scorso, di aver interrotto i rapporti commerciali con Ambientescuola srl, l’agenzia che distribuiva in esclusiva il prodotto nelle scuole. Contestualmente la Compagnia ha inviato disdetta unilaterale a tutti gli Istituti scolastici che avevano sottoscritto contratti poliennali con scadenza successiva all’anno in corso.
Non è nostra intenzione entrare nel merito delle modalità, in realtà singolari, con cui è stato attuato un simile comportamento. La disdetta della convenzione, rientra nel pieno diritto sia della Compagnia che dell’assicurato, tutto questo è precisamente previsto dalle condizioni contrattuali.
Wiener Städtische Versicherung AG, alla base della sua decisione, adduce motivazioni tecnico-economiche senza entrare nel dettaglio.
Quanto è accaduto, tuttavia, ci suggerisce alcune riflessioni.

L’offerta assicurativa nella scuola  

È interessante notare come, nel corso degli anni, solo un ristrettissimo numero di Compagnie assicuratrici ha operato senza soluzione di continuità nel comparto scuola.
Pochissime vantano un periodo di permanenza superiore ai 10 anni.
A cosa è dovuta questa precoce disaffezione?
Le ragioni sono diverse, nondimeno, se dovessimo trovare un denominatore comune, questo è certamente l’aspetto economico.
Occorre non dimenticare mai che le Compagnie assicuratrici non sono Onlus ma società a scopo di lucro.
Il loro fine è la realizzazione di un utile economico per la società che può essere suddiviso tra i soci.
Il mondo assicurativo in generale e il ramo danni in particolare, sono governati dal Rapporto S/P, ovvero il rapporto tra i premi netti incassati (P) ed il cumolo dei sinistri (S), pagati e/o da definire, all’interno di un preciso spazio temporale.
La percentuale tra quanto la Compagnia incassa e quanto eroga a livello di rimborsi, definisce la sostenibilità del progetto.
Risulta evidente che, quando la Compagnia incassa meno di quanto paga, il banco “salta” e inevitabilmente, la società esce dal mercato.

La liberalizzazione del mercato assicurativo

Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 dello scorso secolo, la Compagnia, leader indiscussa, del mercato assicurativo scolastico era INA-Assitalia. Il premio pro-capite erogato ammontava a 9.000 lire, rapportato ad oggi: circa 10 euro. Le garanzie erogate erano esclusivamente due: morte e invalidità permanente.
La rivoluzione nel settore assicurativo si verifica nel 1992. In quell’anno l’Unione Europea introduce il regime di libera prestazione dei servizi per tutte le società e le persone fisiche negli Stati membri. Gli assicuratori ottengono così il diritto di condurre le proprie attività in qualsiasi altro Stato dell’Unione senza dover essere domiciliati nel Paese in cui la copertura è venduta.
La liberalizzazione del settore assicurativo, avviata nel 1994 in Italia, ha cambiato le carte in tavola anche nel mercato scolastico.
Con l’ingresso di nuove Compagnie sono aumentate le garanzie: alla polizza infortuni, che contemplava due sole garanzie, sono stati aggiunti i rami di Responsabilità Civile, Assistenza e Tutela Legale; decine di nuove tutele, alcune tipiche ed esclusive del solo mercato scolastico.

Aumento delle tutele e riduzione delle tariffe

La concorrenza tra soggetti diversi se da un lato, ha permesso una drastica riduzione dei premi, dall’altro, però, ha involontariamente creato una “élite” di operatori, i quali, anche in funzione di premi particolarmente contenuti, hanno acquisito una raccolta di premio in grado di garantire un andamento economico positivo.
Il Monitoraggio FLC CGL sulle spese delle scuole autonome, già nel gennaio 2014, riportava questa situazione. “Le assicurazioni che forniscono il servizio non sono numerose; solo cinque superano la quota del 5% del mercato mentre le prime due coprono insieme il 66% dell’intero mercato (40% e 26%)”.
La nostra esperienza diretta evidenzia come attualmente le compagnie assicuratrici presenti sul mercato scolastico, siano meno di 10. Le prime tre, assicurano circa l’80% degli Istituti Scolastici (dato confermato nella rilevazione del MIUR del 28/5/2015 per il periodo 2010/2015). Le rimanenti assicurano percentuali marginali di mercato.
Questo stato di cose impedisce, di fatto, l’accesso al mercato da parte di nuovi operatori. Ne deriva che una nuova Compagnia, con un ridotto numero di scuole clienti, potrebbe dover pagare, in sinistri, più danaro di quanto sia in grado di incassare e conseguentemente decida di non assicurare o di abbandonare il mercato dopo poco tempo.
In questi anni queste situazioni sono state più frequenti di quanto si pensi. Compagnie assicuratrici, sia italiane che estere, alcune anche molto rinomate, sono uscite dal mercato scolastico dopo breve tempo.

Ridotta concorrenza e concentrazioni di imprese

Questo tipo di problema non è tipico solo del mercato assicurativo scolastico. Ogni settore ad alta specializzazione, come ad esempio quello sanitario, vive una situazione di bassa concorrenza con pochi operatori iperspecializzati.
La ridotta concorrenza e le concentrazioni fra imprese è stata presa in considerazione fin dal 1996, dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).
L’Autorità ha richiamato, in più occasioni, come, la ridotta concorrenza, senza alcuna differenziazione qualitativa o economica significativa, non giovi né al mercato né al consumatore.

L’inadeguatezza dei premi

In relazione al mercato scolastico possiamo affermare, senza tema di smentita, che la guerra delle tariffe, ha contribuito in modo determinante a questo stato di cose.
L’esiguità dei premi pagati dalle scuole, associata ad un numero elevato di garanzie allontana i possibili concorrenti.
Un parallelo interessante in questo senso è riscontrabile con la compagnie aeree low-cost.
Solo vent’anni fa, volare tra Milano e Roma con una compagnia di linea poteva costare anche qualche centinaio di euro. Oggi è possibile volare in qualsiasi capitale europea al costo di pochi euro.
Passata l’euforia iniziale, chiunque ha capito, però, che le tariffe delle compagnie aeree low-cost erano dopate. La dimensione del bagaglio è diventata via via più ridotta, le priority sono diventate pressoché obbligatorie, il tempo a disposizione per il check-in s’è ridotto a pochi minuti. L’annullamento del viaggio non prevede rimborsi e il cambio del passeggero spesso costa più del viaggio stesso.
A conti fatti viaggiare con una compagnia di linea spesso diventa più vantaggioso. Eppure il riferimento economico, nell’immaginario collettivo, resta ancora quello proposto dalle compagnie low-cost.
Nelle tariffazioni assicurative scolastiche assistiamo ad un processo analogo.
Siamo così abituati a premi contenuti (4/5 euro) che una tariffa adeguata (10/12 euro) sembra un “furto”.
L’aumento del premio, al contrario, non determinerebbe solo un interessamento e coinvolgimento di un numero maggiore di Compagnie assicurative, ma consentirebbe anche una migliore distribuzione ed efficacia delle garanzie.
Ad oggi le tutele assicurative sono standardizzate per tutte le scuole indipendentemente dal tipo e dal grado. Solo l’intervento del broker assicurativo è in grado di mitigare quest’appiattimento.
Un innalzamento del premio consentirebbe, quindi, massimali più performanti soprattutto in quegli aspetti che risultano più critici come ad esempio le invalidità permanenti.

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