Vigilanza e responsabilità
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In una scuola media di Pavia 10 studenti intossicati in palestra durante la lezione di educazione fisica per l’utilizzo di uno spray al peperoncino.
Prognosi di 15 giorni per un alunno diciassettenne dell’Istituto Alberghiero di Pula, provincia di Cagliari, ripetutamente colpito alla testa con una pala da un compagno.
Un alunno tedesco di 12 anni, precipitato dal cornicione di un albergo mentre era in gita in Valle Aurina in Alto Adige. È gravissimo in ospedale, forse voleva fare uno scherzo ai compagni.
Queste sono le notizie di cronaca che, solo nell’ultimo mese, hanno coinvolto la scuola e che hanno avuto un’ampia risonanza nei media.
Di fronte a questi avvenimenti, le due domande che la maggior parte delle persone si pone sono: chi doveva vigilare? e di chi è la responsabilità?

La vigilanza

L’obbligo di vigilanza sugli alunni, imposto al personale scolastico, deriva dal comma 2 dell’Art. 2048, del Codice Civile. Già nel 2011, la Corte di Cassazione evidenziava che, con l’ingresso dell’allievo a scuola sorge un vincolo negoziale dal quale discende l’obbligo di vigilanza. L’obbligo di protrae per tutto il tempo in cui lo studente fruisce della prestazione scolastica, in tutte le sue espressioni. Ai sensi dell’Art.44, comma 1, del CCNL scuola, anche i collaboratori scolastici dovranno provvedere ai compiti di accoglienza e di sorveglianza connessi alle attività.
È bene, tuttavia, sottolineare come, secondo la giurisprudenza, la scuola sia tenuta alla vigilanza nei confronti degli alunni con la diligenza adeguata al caso concreto.
L’Istituto dovrà, quindi, adottare tutte le misure idonee a prevenire ed impedire il verificarsi del danno secondo criteri di normalità. Tra questi, non solo la capacità tecnico-organizzativa dell’Istituto, ma anche quella specifica del soggetto vigilato. La vigilanza, quindi, non è un postulato assoluto ma andrà applicata sulla base di un giudizio relazionale, rapportato al caso concreto. Le variabili di riferimento dovranno essere declinate in relazione all’età, alla maturità e al livello di indipendenza del soggetto vigilato. È intuitivo, infatti, che non potrà essere applicata la stessa vigilanza per un alunno della scuola dell’infanzia e per uno studente di un Istituto superiore.

La responsabilità

La giurisprudenza chiarisce come, in ambito scolastico, siamo di fronte ad un contratto di protezione. Tra gli interessi da realizzarsi da parte della scuola rientra, infatti, anche quello all’integrità fisica dell’allievo.
Relativamente alla responsabilità quindi il passaggio essenziale è costituito dall’onere probatorio. L’alunno, o la sua famiglia, sono tenuti solamente a dimostrare che il danno si è verificato nel corso dello svolgimento del rapporto. Alla scuola spetta invece dimostrare che l’evento dannoso sia stato determinato da una causa non imputabile né all’istituto scolastico né al suo personale. La scuola dovrà, quindi, provare, da un lato, di aver predisposto tutte le misure idonee ad evitare il danno, dall’altro, che il danno s’è verificato per una causa non prevedibile, né superabile con la normale diligenza adeguata alle circostanze concrete.
Le responsabilità civilistiche connesse all’obbligo di vigilanza sugli alunni vanno, tuttavia, integrate con il dettato dell’Art. 61 della Legge 11 luglio 1980, n. 312.
Ai sensi della legge, la responsabilità patrimoniale del personale scolastico è limitata ai soli casi di dolo o colpa grave nell’esercizio della vigilanza sugli alunni. Fatti salvi questi casi, l’Amministrazione si surroga al personale medesimo nella responsabilità civile derivante da azioni promosse da terzi.
L’aspetto legato alla responsabilità in caso di danno non si limita esclusivamente alla culpa in vigilando del personale scolastico o alla culpa in organizzando dell’Istituto. La famiglia, infatti, è la prima deputata a impartire ai figli una corretta educazione atta a prevenire fatti illeciti e/o dannosi.
C’è, quindi, da tenere in considerazione anche la possibile culpa in educando dei genitori ai sensi del comma 1 dell’Art. 2048 del Codice Civile. Quest’aspetto rientra nel patto di corresponsabilità stipulato tra la famiglia e la scuola.

Il profilo assicurativo

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Ogni evento è un caso a se stante che prevede una accurata analisi delle dinamiche specifiche. Queste serviranno per capire, non solo come il sinistro è avvenuto, ma anche per definire le responsabilità dei soggetti coinvolti e l’eventuale trasferimento all’assicuratore.

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