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Studente disattento

Capita che l’Istituto scolastico sia portato in giudizio per la presunta mancata vigilanza su uno studente disattento.
In questo senso appare chiarificatrice la sentenza del Tribunale di Nocera Inferiore, Sezione II Civile, Sentenza n. 166 del 17/02/2020.

Il fatto

Il legale di un’alunna rimasta vittima di un infortunio occorso in aula, imputava la causa del sinistro alla negligenza del personale docente.
Uno zaino, mal posizionato, avrebbe fatto inciampare la studentessa che ha riportato una prognosi di 47 giorni.
Il legale evidenziava la responsabilità degli insegnanti per avere permesso agli alunni di posizionare gli zaini accanto ai banchi.
La famiglia si era rivolta inizialmente al Giudice di Pace, in seguito al Tribunale, ma entrambi i gradi di giudizio smentirono la ricostruzione dei fatti. Un testimone aveva, infatti, precisato che la ragazza era inciampata nel piede di un compagno, e non in uno zaino.

La giurisprudenza

Dal punto di vista giurisprudenziale, le Sezioni Unite della Cassazione con la sentenza n. 346 del 27/6/2002 avevano già precisato che la presunzione di responsabilità, posta dall’art. 2048, II° comma del Codice Civile, a carico dei precettori, trova applicazione limitatamente al danno cagionato a un terzo dal fatto illecito dell’allievo e non è invocabile per ottenere il risarcimento del danno che l’allievo abbia procurato a sé stesso con la sua condotta.
Nel caso in questione quindi, l’alunna risulta essere caduta inciampando nel piede di un compagno. Il sinistro è quindi ascrivibile alla condotta imprudente della danneggiata e non è imputabile né la scuola, né l’insegnante, bensì il comportamento disattento dello studente.

I motivi del contenzioso

Sotto il profilo assicurativo, le polizze stipulate dalle scuole prevedono il rimborso delle spese relative all’infortunio durante le attività scolastiche. Tuttavia, è bene effettuare un’ulteriore valutazione.
Molto spesso, una delle cause ricorrenti del contenzioso è legata all’esiguità del rimborso e/o dell’indennizzo proposto dalla Società Assicuratrice.
Un rimborso o un indennizzo inadeguato, o troppo distante delle aspettative dell’assicurato o della sua famiglia, potrebbe indurre il danneggiato ad imputare la responsabilità dell’evento all’Istituto scolastico, con conseguente nascita del contenzioso.

L’adeguatezza della polizza assicurativa

La stipula di contratti inadeguati alla tipologia di rischio o dal limitato rimborso economico è spesso generata da una valutazione del rischio insufficiente o ad un premio troppo contenuto che, contrattualmente, si tramutano in indennizzi insufficienti.
L’attività istruttoria legata alla stipula della polizza assicurativa è un processo impegnativo che necessita della conoscenza approfondita non solo delle dinamiche scolastiche, ma anche dei processi legati all’assunzione del rischio da parte delle Società assicuratrici. Per questo motivo, l’intervento di un broker assicurativo specializzato tende ad adeguare i singoli aspetti rendendo la polizza assicurativa corrispondente alle reali necessità dell’Istituto.

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Assicurazione del docente

In più occasioni, nel corso degli anni, da parte degli insegnanti ci sono state poste domande sull’opportunità di sottoscrivere una specifica assicurazione del docente.
Prima di provare a rispondere alla domanda è opportuno fare alcune considerazioni di carattere generale.

Il rischio nell’attività docente

L’attività di Docente, come tutte le attività professionali, è potenzialmente sottoposta al rischio di Infortunio. A questo primo rischio si associa il rischio del danno provocato per Responsabilità Civile vale a dire quel danno, causato colposamente o dolosamente, per cui il Docente provoca ad un terzo un danno ingiusto.

L’infortunio

Nel caso di Infortunio il docente è tutelato dall’assicurazione obbligatoria erogata dall’INAIL. Le prestazioni assicurative erogate sono gratuite, tuttavia presentano alcuni limiti importanti. L’invalidità permanente, ad esempio prevede la franchigia per i primi 6 punti e le spese mediche sono esclusivamente quelle riconosciute dal SSN.

La Responsabilità Civile

In relazione alla Responsabilità Civile, la responsabilità giuridica del Docente è disciplinata dall’Art. 61 della L. 11 luglio 1980, n. 312: “La responsabilità patrimoniale del personale direttivo, docente, educativo e non docente della scuola […] per danni arrecati direttamente all’amministrazione in connessione a comportamenti degli alunni è limitata ai soli casi di dolo o colpa grave nell’esercizio della vigilanza. La limitazione di cui al comma precedente si applica anche alla responsabilità del predetto personale verso l’amministrazione che risarcisca il terzo dei danni subiti per comportamenti degli alunni sottoposti alla vigilanza.

La surroga

Sempre l’Art. 61 precisa che: “Salvo rivalsa nei casi di dolo o colpa grave, l’amministrazione si surroga al personale medesimo nelle responsabilità civili derivanti da azioni giudiziarie promosse da terzi.
In altre parole, qualora l’evento che ha causato il danno avvenisse nel corso delle attività scolastiche, il soggetto responsabile è l’Istituto Scolastico e l’Amministrazione Scolastica Centrale (MIUR) in quanto legittimata passiva. L’Amministrazione scolastica può, tuttavia, esercitare il diritto di rivalsa nei confronti del Docente nel caso di comportamento gravemente colposo o doloso nel causare il danno.

Le polizze assicurative specifiche

Tanto premesso, occorre segnalare che la maggior parte delle associazioni o dei sindacati di categoria comprendono, nella quota di iscrizione, coperture assicurative per i docenti. Queste coperture riguardano sia la Responsabilità Civile che l’Infortunio. Occorre sempre verificare i termini di copertura con particolare attenzione ai massimali, agli scoperti, alle franchigie, alle esclusioni, ai tempi e alle modalità di denuncia.
Sul mercato esistono anche prodotti specifici studiati per gli insegnanti.
Alcune soluzioni prevedono la possibilità di includere nelle garanzie della polizza, oltre all’attività scolastica, anche attività come le lezioni private o le ripetizioni. Per i docenti di educazione fisica, anche l’attività in palestre e circoli sportivi al di fuori dell’orario di lavoro.

La polizza integrativa dell’Istituto

E’ bene tuttavia evidenziare come la polizza integrativa stipulata dall’Amministrazione scolastica sia ancora la migliore soluzione di assicurazione del docente. Le coperture, se ben strutturate, infatti, prevedono, a fronte di un premio davvero contenuto, tutte le tutele necessarie. In aggiunta, le polizze stipulate con le società top leader del mercato prevedono anche il ramo di Tutela Legale, ovvero la possibilità del pagamento delle prestazioni legali e peritali in caso di giudizio.

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L’affidamento del contratto al broker: gli obblighi normativi

Gli obblighi normativi nell’affidamento del contratto al broker, sono spesso sottovalutati in fase di selezione.
La correttezza formale delle procedure ordinarie di affidamento dei contratti pubblici, anche sotto la soglia di rilevanza comunitaria, è un obbligo inderogabile.

Lo ribadisce la sentenza del Tar Toscana. A questo proposito abbiamo chiesto all’Avv. Stefano Feltrin un commento.

Le Istituzioni Scolastiche hanno sempre la facoltà discrezionale di optare per l’utilizzo di una procedura ordinaria – con bando di gara per procedura aperta o ristretta – per l’affidamento dei propri contratti di appalto, in alternativa alle procedure semplificate – affidamento diretto o procedura negoziata – ma sempre con il rigoroso rispetto, però, di tutte le regole procedimentali imposte dal Codice dei Contratti Pubblici per tali procedure selettive.

Il Tar Toscana

Il rispetto degli obblighi procedurali in caso di ricorso ad una procedura ordinaria, pur per valori sotto soglia di rilevanza comunitaria, è oggetto della recentissima sentenza del Tar Toscana, sezione prima, n. 3 del 10 gennaio 2022, relativa ad una procedura aperta per l’affidamento dei servizi di intermediazione assicurativa in ambito scolastico per la quale non sono state rispettate le forme di pubblicazione e pubblicità del bando di gara stesso.

Il Tar Toscana afferma che “per i contratti sotto soglia l’art. 36 comma 2 del codice dei contratti pubblici prevede la possibilità di intraprendere procedure alternative di gara facendo salvo il ricorso a quelle ordinarie obbligatorie per i contratti sopra soglia su opzione della Pubblica Amministrazione. In tale caso (scelta per le procedure ordinarie) si applicano, tuttavia, tutte le regole che le disciplinano ivi comprese quelle relative agli oneri di pubblicazione”.

In particolare, i giudici chiariscono che “tali oneri per le procedure aperte sono contemplati dall’Art. 73 del medesimo codice e dal decreto del Ministero dei Trasporti a cui esso rinvia i quali dispongono appunto la pubblicazione in gazzetta ufficiale senza prevedere alcuna eccezione o deroga per i contratti inferiori alla soglia comunitaria.
Del resto il ricorso alla procedura aperta è suscettibile di neutralizzare l’operatività del principio di rotazione proprio in quanto modalità che consente per sua natura un confronto concorrenziale ad ampio spettro che può realizzarsi solo qualora l’avviso di gara sia adeguatamente pubblicizzato.
Diversamente la partecipazione gara viene di fatto ristretta solo ad un numero limitato di imprese finendo con l’essere la sua solo apparente apertura un possibile mezzo per eludere il principio rotatorio”.

Il rischio di impugnazione e annullamento

In conclusione, si osserva che le Istituzioni Scolastiche, in tutti i casi in cui optino per una procedura di gara ordinaria e non per le procedure semplificate ex articolo 36 del Codice dei Contratti Pubblici o ai sensi delle norme dei Decreti Semplificazione, hanno l’obbligo di pubblicare i bandi di gara sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, ed entro 2 giorni, sul proprio profilo internet e sulla piattaforma informatica del MIT anche attraverso sistemi informatizzati regionali (art. 73 del Codice e art. 2 del D.M.).
In mancanza di tali adempimenti – con la sola pubblicazione del bando di gara sul sito internet della scuola, come nel caso in esame – le procedure selettive adottate sono illegittime e possono essere impugnate – ed annullate – dai competenti Tribunali Amministrativi Regionali con addebito di spese di giustizia in capo all’Istituto Scolastico condannato a rimborsare il ricorrente, come nel caso della citata sentenza del Tar Toscana.


L’Avv. Stefano Feltrin è consulente in diritto commerciale, societario ed in materia di appalti e concessioni pubbliche, procedure di Project Financing, e contratti immobiliari e commerciali di società nazionali ed internazionali. Docente in corsi di formazione e convegni in materia di diritto immobiliare, appalti pubblici e Partenariato Pubblico Privato. Docente a contratto presso Università e Scuole di Alta Formazione. Autore di numerosi articoli in materia di appalti pubblici e diritto commerciale. Gestione del contenzioso civile ed amministrativo in materia di contratti commerciali e con la Pubblica Amministrazione
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Alternanza scuola lavoro e Stage

La morte di uno studente impegnato uno stage di alternanza scuola lavoro, ha riacceso prepotentemente i riflettori su questo tipo di attività. Senza entrare nel merito delle polemiche che ne sono seguite, focalizziamo l’attenzione sulle possibili responsabilità.

La normativa

L’Alternanza scuola lavoro è una modalità didattica introdotta dall’Art. 1, commi dal 33 al 43 delle Legge 13 luglio 2015, n. 107 (La buona scuola).
L’Alternanza scuola-lavoro, obbligatoria per tutti gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori. L’attività è in linea con il principio della scuola aperta e tende a consolidare le conoscenze acquisite testando sul campo le attitudini degli studenti, arricchendone la formazione e orientando il percorso di studio o lavoro futuro.
Con le stesse finalità, sono organizzati anche gli Stage formativi.
La differenza è che, mentre l’alternanza scuola lavoro è inserita all’interno dell’orario scolastico, lo stage costituisce un’esperienza circoscritta nel tempo. Lo stage è quindi inteso come completamento di un corso formativo, prevalentemente inserito nelle pause della didattica.

Le istruzioni operative

Il MIUR sul sito web dedicato all’Alternanza scuola lavoro, mette a disposizione delle scuole, la piattaforma con le istruzioni operative e normative legate all’attività.
Il primo passaggio è l’identificazione da parte dell’Istituto Scolastico del responsabile dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO). Il responsabile è più comunemente conosciuto come Tutor Interno.
Compiti del Tutor Interno sono: l’elaborazione, la verifica e il monitoraggio del percorso formativo personalizzato dello studente.

La convenzione

Il secondo passaggio riguarderà la convenzione che dovrà essere stipulata tra l’Istituto scolastico e l’impresa. La convenzione ha un’importanza fondamentale in tutto il processo. Il documento dovrà tenere in considerazione oltre alle dinamiche formative legate al PCTO, la previsione e la gestione di tutti gli aspetti legati alla sicurezza.
Anche l’azienda ospitante è tenuta ad individuare un soggetto responsabile dell’attività, il Tutor Esterno. A questo soggetto saranno affidati tutti gli aspetti relativi alla gestione diretta del PCTO in azienda e alla vigilanza sullo studente.
Tutor Interno ed Esterno collaborano nella progettazione, organizzazione e valutazione dell’esperienza. Entrambi favorendo l’inserimento dello studente nel contesto operativo e garantendo l’informazione e la formazione dello studente. Il Tutor esterno è tenuto a formare lo studente con particolare attenzione agli specifici rischi aziendali nel rispetto delle procedure Aziendali.

Il profilo assicurativo

Sotto il profilo strettamente assicurativo l’INAIL, con la Circolare 21 novembre 2016, n. 44 chiarisce come l’attività di Alternanza scuola lavoro sia “sostanzialmente assimilata a quella dei lavoratori presenti in azienda […]. Ne consegue che tutti gli infortuni occorsi in “ambiente di lavoro”, sono indennizzabili”.
Anche le polizze assicurative scolastiche di norma prevedono la copertura dei percorsi di Alternanza scuola lavoro e Stage.
Le tutele oltre ai sinistri occorsi in occasione dell’attività, comprendono anche i danni ascrivibili alla responsabilità diretta dello studente durante la permanenza in azienda.
Tutte le indicazioni pratiche, relative alla denuncia di sinistro, durante le attività di Alternanza scuola lavoro e Stage, sono reperibili in un nostro precedente articolo.

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Privacy e Green Pass nelle scuole

Dallo scorso mese di giugno, anche nelle scuole, si parla della Certificazione Verde COVID-19, meglio nota come green pass. Quali sono le regole in materia di protezione dei dati personali che i Titolari del Trattamento, tenuti alla verifica della certificazione, sono tenuti a rispettare?

Green Pass: e chi è tenuto ad esibirlo per accedere alla scuola?

Il green pass nasce al fine di facilitare la libera circolazione dei cittadini nell’Unione europea durante la pandemia di COVID-19.
Il suo possessore può così dimostrare di essersi sottoposto a vaccino, di essere negativo al test, a seguito di tampone, o di essere guarito dall’infezione.
Il certificato contiene un QR code che permette di verificarne l’autenticità e la validità in tutta l’Unione europea, ma anche in Svizzera, Islanda, Norvegia e Lichtenstein.
Dal 1° settembre 2021 è necessario possedere il green pass anche per accedere alle scuole per gli alunni sopra i 12 anni. Il green pass è obbligatorio anche per il personale docente e non docente e per chiunque, a qualunque titolo, acceda nell’edificio scolastico.

Green Pass e tutela della privacy

L’art. 3 del DPCM 17 giugno 2021 stabilisce precisamente i dati contenuti nella certificazione. Dalla loro analisi, si evince come questi debbano essere trattati, in applicazione, in combinato disposto, degli articoli 13 e 29 del Regolamento Ue 2016/679 (GDPR).
Ne deriva che, non solo il Titolare del trattamento, ma anche i singoli soggetti verificatori, tenuti alla verifica del green pass, sono obbligati al rispetto delle prescrizioni in materia di protezione dei dati personali.
La Certificazione è richiesta dal verificatore all’interessato, che è tenuto ad esibire il relativo QR Code in formato digitale oppure cartaceo. Il soggetto interessato, su richiesta del verificatore, dovrà esibire un documento di identità in corso di validità ai fini della verifica di corrispondenza dei dati anagrafici presenti nel documento con quelli visualizzati dall’app di controllo.
Possono verificare la Certificazione, i pubblici ufficiali nell’esercizio delle relative funzioni o i loro delegati.

L’incarico formale e il protocollo operativo

Tutti coloro che sono delegati all’azione di Verifica sul green pass, devono essere incaricati formalmente dal Responsabile del Trattamento. Sono infatti vietati gli incarichi generici (docenti e collaboratori scolastici).
Il soggetto delegato dev’essere in possesso di un preciso protocollo su come operare nel rispetto della normativa vigente per la protezione dei dati personali. Le scuole, in qualità di Enti Pubblici, devono rispettare gli adempimenti a tutela della Privacy DGPR, effettuando controlli nel rispetto delle istruzioni gestendo eventuali situazioni di conflitto potenziale o reale.
La scuola, inoltre, dovrà provvedere ad informare i destinatari del provvedimento attraverso un’idonea Informativa Privacy e aggiornare il Registro dei Trattamenti dell’Istituto.
Il Garante della Privacy nel Provvedimento 11 ottobre 2021 n. 363, evidenzia che il trattamento dei dati personali può essere effettuato limitatamente alle informazioni strettamente necessarie alla verifica della validità dei green pass, e deve essere vietata la conservazione sotto qualunque forma dei dati relativi.
L’infrazione delle indicazioni normative potrebbe connaturare la Responsabilità Civile diretta dell’Istituto.

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Contributo da versare all’ANAC per il servizio di brokeraggio assicurativo

Il 17 gennaio 2022 l’USR Campania ha inoltrato, alle scuole campane, la circolare 159/E in relazione al Contributo ANAC per il servizio di brokeraggio.
Accogliamo con enorme soddisfazione questa puntualizzazione perché ci consente di ribadire alcuni concetti normativi già espressi nel corso degli anni.

Il mandato di brokeraggio nella Pubblica Amministrazione scolastica è lecito.

Intorno alla figura del Broker assicurativo, soprattutto in ambito scolastico, nel tempo, si sono affacciati una serie di dubbi. Le controversie più che sulla reale efficacia del servizio, riguardavano la possibilità che la scuola potesse affidare legalmente un incarico a questo tipo di professionista.
Le autorità di controllo, negli anni si sono espresse chiaramente sul tema e, anche sotto il profilo della liceità, non ci sono più dubbi.
Ultimo, in questo senso, solo in ordine di tempo, è il Quaderno n. 4 messo a disposizione dal MUIR lo scorso novembre.
L’USR Campania ribadisce precisamente questa posizione. Aspetto che consentendo alla scuola di affidare ad un professionista in un ambito così delicato come quello della prevenzione del rischio nella scuola.

L’affidamento al broker assicurativo necessita dell’acquisizione del Codice Identificativo di Gara (CIG)

Nel corso degli anni, molto s’è discusso in relazione all’acquisizione del CIG per il servizio di brokeraggio assicurativo. La non onerosità diretta del servizio, poteva infatti far presupporre che questo passaggio fosse superfluo.
La Circolare dell’USR Campania, riportando le indicazioni contenute sul sito dell’ANAC, alla FAQ A11 evidenzia come l’acquisizione del CIG sia un obbligo inderogabile, indipendentemente dal fatto che: “gli oneri [siano] posti a carico di soggetti diversi dall’amministrazione” ovvero siano pagati dalle Società assicuratrici.
Il passaggio in questione rimanda alla FAQ A10 nella quale si evidenzia come, nel caso del broker assicurativo, essendo l’onere indiretto: “il campo relativo all’importo di aggiudicazione/affidamento rinvenibile sempre nella scheda “Fase di aggiudicazione” può all’occorrenza – nel caso di non individuazione dello stesso – essere valorizzato con la cifra “0” (zero)”.

Il contributo da versare all’ANAC per il servizio di brokeraggio assicurativo è un obbligo esclusivo solo sopra i 40.000,00 euro

In relazione al contributo ANAC per il brokeraggio assicurativo, questo diventa un obbligo solo nel caso in cui l’importo stimato del servizio sia superiore ai 40.000,00 euro.
Anche in questo caso l’ANAC chiarisce quest’aspetto sulla propria pagina istituzionale al Punto 3.1. La Stazione Appaltante e/o l’Operatore economico sono esentati dall’obbligo del versamento della contribuzione all’Autorità per le: “procedure per l’acquisizione di beni e/o servizi o per la realizzazione di lavori per le quali è prevista l’acquisizione dello SmartCIG”.
Per quanto riguarda la scuola, nella quasi totalità dei casi, ed eventualmente solo nei casi di reti di scuole molto estese, il broker non percepisce una commissione superiore alla soglia prevista per lo SmartCIG.

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Peculato

Nel caso di peculato, ovvero di appropriazione indebita di danaro pubblico da parte di un dipendente, l’assicurazione scolastica copre il danno?  

La cronaca, proprio nelle ultime settimane riporta come un assistente amministrativo, prima nel ruolo di Direttore S.G.A. facente funzione, e poi in quello di tesoriere avrebbe distratto dal Conto Corrente di una scuola, una consistente somma di danaro, per dirottarla sul proprio Conto Corrente privato. Nella scorsa primavera, la Guardia di finanza ha aperto un’indagine e per la donna, che nel frattempo è stata licenziata, è scattato il sequestro preventivo del Trattamento di fine rapporto, poiché il denaro sottratto all’Istituto non è stato trovato e alla stessa non risulta nessun bene intestato.

I danni normalmente esclusi dalle polizze assicurative

Tutti i reati dolosi, quindi anche quelli di carattere patrimoniale riconducibili al peculato (Art. 314 C.P.), sono esclusi dalle polizze assicurative.
Anche il danno gravemente colposo di carattere patrimoniale è escluso dalle polizze assicurative scolastiche ai sensi dell’art. 3, comma 59 della Legge 24 dicembre 2007, n. 244 infatti, alla Pubblica Amministrazione è fatto divieto di stipulare polizze di Responsabilità Civile per la colpa grave dei propri dipendenti in relazione al danno patrimoniale e amministrativo contabile.

La polizza patrimoniale

In questo caso, quindi, una possibile soluzione potrebbe trovarsi nella Polizza di RC Patrimoniale e Ammnistrativa contabile stipulata personalmente dal Dirigente Scolastico.
Tuttavia, è bene evidenziare che nella maggioranza dei casi le polizze esistenti sul mercato escludono genericamente i casi derivanti o attribuibili a comportamenti dolosi.
Nel caso di peculato, come quello esame, potrebbe tuttavia connaturarsi la responsabilità colposa dell’Amministrazione scolastica per mancata vigilanza sull’attività amministrativa. Nel caso di cronaca, restano in corso gli accertamenti per segnalare alla Corte dei conti l’ipotizzato danno erariale.

Se desideri avere avere maggiori informazioni in relazione alle coperture assicurative di Responsabilità Civile Patrimoniale e Amministrativa contabile per il Dirigente e il Direttore S.G.A., contattaci qui.

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Arresto cardiaco a scuola

La recente cronaca riporta come, in una scuola del napoletano, un alunno della scuola dell’infanzia, vittima di un arresto cardiaco a scuola, è stato salvato dalle proprie docenti.
Lo scorso mese di novembre un caso analogo ha colpito un alunno di un istituto superiore pugliese durante l’ora di educazione fisica.
Questo tipo di eventi, fortunatamente, limitati nel numero e nella frequenza, non devono essere sottovalutati, anche perché alcune volte portano ad esiti nefasti.
Nell’ottobre del 2018 una studentessa mantovana è rimasta vittima di un arresto cardiaco, anche in questo caso, durante l’ora di scienze motorie.
In relazione alle procedure per la gestione del caso morte nella scuola, vi rimandiamo ad un nostro precedente articolo.

Il Preposto

Focalizziamo, invece, l’attenzione sulle possibili responsabilità dell’Istituto in questi casi.
Nella scuola, in osservanza al D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, sono individuate almeno due figure legate strettamente ai processi di sicurezza: il Preposto (responsabile alla sicurezza del plesso) e l’Addetto al primo soccorso.
Le competenze specifiche in capo al Preposto o Responsabile di Plesso, ove esistente, sono la verifica che l’attività didattica sia svolta conformemente al regolamento della scuola, ma, soprattutto, la vigilanza sul corretto svolgimento delle varie attività didattiche. Queste dovranno svolgersi in conformità a quanto prescritto dal Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) della scuola.

L’Addetto al Primo Soccorso

All’attività del Preposto si affianca quella dell’Addetto al primo soccorso. Questa figura non deve necessariamente avere competenze di carattere medico o infermieristico, ma dev’essere dotato della capacità nell’intervento pratico e organizzativo in caso di infortunio.
Per entrambe queste figure, la formazione dovrebbe essere costante, parallelamente al confronto con il Responsabile del servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP).
La formazione di base in materia di primo soccorso (12 ore) e l’aggiornamento relativo, sono obbligatori per lo svolgimento dell’incarico di addetto al primo soccorso. Il Dirigente Scolastico, pertanto, è tenuto a verificarne il possesso e l’aggiornamento.

I defibrillatori nella scuola

In relazione all’arresto cardiaco a scuola è bene evidenziare come la presenza dei defibrillatori (DAE) nelle scuole non sia ancora un obbligo. Tuttavia il MIUR, con la nota n. 7144 del 25 marzo 2021, ha dato via libera all’assegnazione ed erogazione delle risorse finanziarie per il loro acquisito.
Il defibrillatore è lo strumento fondamentale per consentire un pronto intervento, qualora si verifichino casi di arresto cardiaco a scuola. Quest’aspetto diventa particolarmente importante nell’esercizio dell’attività motoria.
I DAE devono essere comunque mantenuti in condizioni di perfetta operatività. La batteria che deve possedere carica sufficiente a garantirne il funzionamento e le piastre adesive che devono essere sostituite alla scadenza.

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Scudo legale per i Dirigenti Scolastici

Una novità molto attesa in ambito scolastico è l’inserimento, nel D. L. 21 ottobre 2021, n. 146 dello scudo legale per i Dirigenti Scolastici. Il provvedimento tende ad arginare la responsabilità dei presidi per gli incidenti negli istituti scolastici, limitandola, a fronte di precise condizioni.
Fino ad oggi, infatti, i Dirigenti Scolastici sono spesso chiamati in causa, in caso di infortunio, con la presupposizione di non aver predisposto tutte le misure organizzative in grado di garantire la sicurezza nei locali scolastici.

Cosa prevede lo scudo legale?

Sulla base del nuovo decreto legge, che modifica il D.L. 9 aprile 2008, n. 81, Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, i Dirigenti Scolastici sono esentati dalla Responsabilità Civile, Amministrativa e Penale, a patto che abbiano chiesto tempestivamente gli interventi strutturali e di manutenzione necessari a garantire la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati.
Resta inteso che, i Dirigenti Scolastici, sono tenuti comunque ad adottare tutte le misure di carattere gestionale di loro competenza, nei limiti delle risorse disponibili.
Ai sensi della nuova disposizione normativa, i Dirigenti Scolastici potranno interdire l’uso di aule e spazi o anche dell’intero edificio, rilevando l’esistenza di un pericolo grave e immediato.  In questi casi non scatterà il reato di interruzione di pubblico servizio e di procurato allarme.

La responsabilità delle sicurezza nella scuola

È bene ricordare, infatti, che, in relazione alla sicurezza negli istituti scolastici, accanto alle responsabilità diretta dei Dirigenti Scolastici, equiparati ai datori di lavoro, esiste quella dei sindaci e dei presidenti di provincia in qualità di rappresentanti dell’ente proprietario. Per questo motivo, entrambi i soggetti sono spesso chiamati a rispondere del loro operato, anche penalmente.
Nel corso degli anni, i casi di sinistro addebitabili a scarsa sicurezza dei locali sono stati svariati, alcuni anche molto gravi. Basti ricordare il crollo del controsoffitto del Liceo Scientifico Darwin a Rivoli che portò alla morte uno studente.
Ma anche eventi fortunatamente meno gravi sono riportati dalla cronaca.
A Crema un alunno, nell’ottobre del 2020, si schiacciò due dita della mano nella porta antincendio generando un contenzioso.

La polizza di Tutela Legale

L’introduzione dello scudo legale per i Dirigenti Scolastici è indiscutibilmente una tutela importante. Dal punto vista assicurativo, infatti, l’assicurazione RC non copre la responsabilità penale, e nemmeno le sanzioni amministrative pecuniarie derivanti.
In questi casi, tuttavia, la stipula di una polizza di tutela legale rimane lo strumento più efficace al fine del pagamento delle eventuali spese legali e peritali che potrebbero intervenire a seguito dell’azione legale.

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Tutti i nostri clienti sono un po’ speciali…

È inutile nasconderselo, nell’ultimo periodo, siamo entrati in una nuova era.

Chi avrebbe immaginato, anche solo due anni fa, che la nostra vita
e i nostri rapporti interpersonali sarebbero stati messi così duramente alla prova e cambiati in modo così radicale.

È cambiata la nostra dinamica sociale e relazionale.
Anche la scuola è cambiata, non tanto nei suoi obiettivi ma nel modo di raggiungerli.
Siamo cambiati tutti ed è cambiato anche il nostro modo di lavorare.

Tutti i nostri clienti sono un po’ speciali perché, nonostante questi momenti, hanno trovato la forza e il dinamismo di adattarsi alle nuove sfide.

Questo sarà il secondo Natale che la prudenza che costringerà a modificare le usanze a cui ci eravamo abituati. Un Natale più intimo, più interiore in cui riscoprire il reale valore delle cose che ci circondano, perché Natale non è un periodo o una stagione, ma uno stato della mente.

È una vera fortuna per il nostro team, poter lavorare con clienti professionali e disponibili come voi.

È con questo pensiero che vogliamo fare a tutti voi i nostri migliori auguri
per le imminenti festività che siano per tutti un momento
di meritato riposo, rigenerazione e speranza.

Buon Natale con tutto il nostro cuore!

Arrivederci a gennaio.